Michele PanebiancoBIOGRAFIA

Michele Panebianco.
Autoritratto (seconda metà del XIX sec.)
disegno a matita su carta,
collezione privata

Nato a Messina nel 1806, Michele Panebianco è tra le figure più significative del panorama artistico siciliano dell’Ottocento. Pressoché autodidatta, dopo un brevissimo alunnato alla Scuola di Pittura del Regio Collegio Carolino, condotta da Letterio Subba, nel 1828, grazie ad un sussidio del Municipio, si trasferisce a Roma dove frequenta l’Accademia di San Luca (vincendo, nello stesso anno, il primo premio della Scuola di nudo) e gli studi di Vincenzo Camuccini e di Natale Carta, orientandosi verso un tipo di pittura di marcata impronta classicista ed accademica.

Rientrato a Messina, nel 1832 esegue, su incarico di Carmelo La Farina, le copie di varie pale d’altare da collocare nelle diverse chiese della città, dalle quali gli originali erano stati trasferiti al Museo Civico Peloritano. Guadagnatosi immediatamente l’apprezzamento della committenza locale, di cui il pittore riusciva ad assecondare pienamente le istanze accademizzanti, diviene ricercato ritrattista di aristocratici e ricchi borghesi. Circa trecento sono i ritratti di Panebianco ai quali fanno riferimento le fonti storiografiche. Tra i tanti, esemplificativo dell’abilità in tale genere pittorico, è il Ritratto della famiglia del barone Don Venerando Pennisi di Floristella, oggi in collezione privata, del quale si conservano anche alcuni studi preparatori.

Nel 1842, in occasione della visita di Ferdinando II di Borbone a Messina, per i solenni festeggiamenti della Madonna della Lettera, realizza alcuni “trasparenti”, oggetto di grande ammirazione da parte dei contemporanei, da esporre sulle pubbliche vie, alcuni dei quali rappresentanti Il ritorno degli ambasciatori messinesi da Gerusalemme e Gli ambasciatori messinesi che ricevono la Sacra Lettera, quest’ultimo noto attraverso un’incisione eseguita dall’amico Tommaso Aloysio Juvara.

Fra il 1845 ed il 1846 compie un lungo viaggio di studio a Napoli, Genova, Milano, Venezia e Roma, occasione questa che gli consente di conoscere Francesco Hayez e Luigi Sabatelli, di entrare in contatto con la cerchia dei Puristi e di stringere amicizia con lo scultore Pietro Tenerani. Gli echi di questi incontri e l’influenza esercitata dalla cerchia romana dei puristi, si colgono nei dipinti compiuti al rientro in Sicilia, in particolar modo in quelli di soggetto sacro, ma anche nel sipario del Teatro Santa Elisabetta di Messina realizzato nel 1852 e andato distrutto nel 1908.

Direttore della Scuola di Disegno della Regia Università di Messina, componente di vari circoli accademici, tra i quali la Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, svolge sino alla morte, avvenuta a Messina nel 1873, un’intensa attività documentata da numerose opere presenti in diverse chiese della Sicilia e della Calabria.

Michele PanebiancoPANEBIANCO E LA SUA CITTÀ

Michele Panebianco nasce nel 1806 in una Messina protetta dagli alleati inglesi fino al 1815. La comunità britannica sarà presente in città con alcune famiglie per quasi un secolo, influenzando parti di società, economia, finanza e imprese commerciali. Una comunità straniera che intreccerà anche relazioni amicali e di lavoro con lo stesso Michele Panebianco, chiamandolo come maestro privato di disegno per le giovani generazioni, come ritrattista familiare o ritrattista di autorità civili e militari britanniche.

J. I. Hittorff,
Veduta del porto e della città di Messina, 1835

L’artista nasce in una Messina ancora con i segni visibili dei danni del sisma del 1783 che risorge attraverso i vantaggi fiscali e i privilegi del Porto Franco. E’ una città segnata anche da insurrezioni, epidemie di colera, moti popolari e successive rappresaglie del governo del Regno delle due Sicilie, che ebbe il suo apice nell’assedio e nel bombardamento borbonico del 1848 esploso contro Messina proprio dal Forte della cittadella posto sulla falce del porto.

La crescita e la maturazione del giovane artista Panebianco sarà contemporanea alle lente ricostruzioni e alle parziali trasformazioni urbane che ai viaggiatori colti ottocenteschi faranno apparire Messina come una città nuova e sicuramente una città in cantiere. (Jakob Hittorff)
La decisione di demolire e quindi ricostruire la famosa Palazzata sul porto, danneggiata dal terremoto della fine del settecento, fu un occasione di ridefinizione urbana parziale, ma anche la riproposizione con altri linguaggi e proporzioni di quel manifesto urbano costruito con l’aspetto di unico edificio e che aveva rappresentato sinteticamente la città del lavoro, delle rendite, della nobiltà e del commercio ai viaggiatori, ai mercanti, alla gente del porto, agli artisti ma anche alla sua stessa popolazione.

Panebianco vedrà la razionalizzazione di importanti tracciati storici della città: la creazione della nuova arteria Ferdinanda chiamata successivamente via Garibaldi in cui risiederà fino alla morte, il nuovo Municipio del 1820, la Palazzata demolita e cominciata a ricostruire nel 1809 fino al 1830, la posa della prima pietra del nuovo teatro Santa Elisabetta nel 1842 con inaugurazione nel 1852 o la creazione dei giardini di villa Flora sul piano di San Giovanni.
L’esistenza dell’accademico e artista Michele Panebianco sarà punteggiata da viaggi di formazione e approfondimento nelle città d’arte italiane,  con lunghi periodi di permanenza attiva a Messina dove si affermerà come artista e poi direttore della scuola di disegno pittura e nudo della Regia Università. Gli anni di vita dell’artista coincideranno con il ripensamento della sua città che stava facendo i conti con la storia dopo il sisma. Panebianco assisterà ad una ricostruzione della città che partendo dal suo stesso cuore riconfigurerà gli slarghi e le piazze, le direzioni di espansione urbana, gli innesti di giardini e le passeggiate con gli inserimenti di tipologie di edifici di nuova concezione. Una ricostruzione lenta e laboriosa che consegnerà la città antica e le addizioni tipologiche della città delle borghesie emergenti, alla successiva devastante distruzione del sisma del 1908.

Michele PanebiancoGLI STUDI SULL’ARTISTA

  • Pavone D., Sopra un dipinto ad olio del Sig. Michele Panebianco, in Il Faro, V (1837), 3.
  • La Farina G., Messina ed i suoi monumenti, Messina 1840.
  • Barbagallo B., M. P. Studii biografici, Venezia 1869.
  • Biasini O., Cenni bibliografici degl’illustri contemporanei messinesi, Messina 1877.
  • Attard G., Messinesi insigni del sec. XIX sepolti al Gran Camposanto (Epigrafi e schizzi biografici), Messina 1926, II ed. a cura di G. Molonia, Messina 1991.
  • Di Paola V., Michele Panebianco (1806-1873), in Il Poliedro, II (1974).
  • Mangano E., Su tre pale d’altare di Michele Panebianco, in  Archivio storico messinese, s. 3, XXXII (1981), 39.
  • Barbera G., Appunti su Michele Panebianco, in Scritti in onore di Vittorio Di Paola, Messina 1985.
  • Barbera G., La pittura dell’Ottocento in Sicilia, in La pittura in Italia. L’Ottocento, vol. II, Milano 1991.
  • Barbera G., La pittura dell’Ottocento in Sicilia, in Ottocento. Catalogo dell’arte italiana dell’Ottocento, n. 21, Milano 1992.
  • Bongiovanni G., Panebianco Michele, in L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, II, Pittura, a cura di M.A. Spadaro, Palermo 1993.
  • Bongiovanni G., Un ritratto inedito di Michele Panebianco, in Quaderni del Museo archeologico regionale “Antonino Salinas”, VII (2001).
  • Vitella M., La pittura dell’Ottocento nella Sicilia orientale, in La pittura dell’Ottocento in Sicilia tra committenza, critica d’arte e collezionismo, a cura di M.C. Di Natale, Palermo 2005.
  • Molonia G., scheda n. 34, in Poliorama pittoresco. Dipinti e disegni dell’Ottocento siciliano, a cura di G. Barbera, Cinisello Balsamo 2007.
  • Barbera G., Pittori dell’Ottocento a Messina, Messina 2008.
  • Giacobbe L., Il Cavaliere di Francesco I. Qualche nota su un ritratto inedito di Michele Panebianco, in Karta, III (2008), 1.
  • Barbera G., scheda firmata, in Restauri 2007/2008, a cura di G. Barbera, Messina 2009.
  • Lacagnina D., Panebianco Michele, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 80, 2014.
  • Gallo G., Brevi memorie sulla vita del pittore Michele Panebianco da Messina scritte da lui stesso nel 1865, in I manoscritti di Agostino Gallo, a cura di C. Pastena, Palermo 2014.